La pratica dello sport è comune a milioni di persone nella nostra Nazione.
Riguarda soprattutto i giovani, anche se lo svolgimento di un'attività fisica e/o sportiva regolare è un obiettivo di salute di tutta la popolazione. I giovani, sia a scuola che nelle società sportive, sia spontaneamente, s'incontrano nei campi da gioco, nelle palestre, negli stadi; si allenano, apprendono nuove tecniche ed eseguono nuovi esercizi, mettono alla prova le proprie capacità e abilità. Imparano, un po' alla volta, a "fare squadra".
Questo ha importanza non solo in campo, ma anche nella vita di ogni giorno. Vivono insomma un'esperienza privilegiata di crescita e di amicizia. Una possibilità vera all'educazione, alla cittadinanza.
Tra i giovani, vi sono allenatori, dirigenti, accompagnatori che mettono a disposizione le proprie competenze, la propria disponibilità, la propria esperienza di vita e di visione del mondo. Altra figura fondamentale, coinvolta il più delle volte in modo indiretto, ma non per questo meno importante, sono i genitori che accompagnano e seguono i figli, affidando alla pratica sportiva il compito di una formazione fisica che sia nel contempo anche formazione globale della persona.
Sono, quindi, molte le persone che partecipano a vario titolo, con compiti e responsabilità differenti, alla realtà dello sport. Non sempre, anche nel mondo della politica, al quale dovrebbe stare a cuore l'educazione alla cittadinanza, vi è un'adeguata consapevolezza della rilevanza, sul piano personale e pubblico, di tale realtà.
La Carta etica può aiutare i singoli soggetti, le squadre e le società sportive a riflettere sui significati, i principi, i valori sportivi fondamentali ai quali ispirarsi, per orientare al meglio
il comportamento di ognuno.
La Carta Etica comprende un insieme di principi e di obblighi che non vengono imposti dall'esterno, ma sono scelti, vissuti e stabiliti dai soggetti direttamente interessati, i quali autonomamente per libera scelta, li assumono come valori propri e s'impegnano a rispettarli. Si tratta una responsabilità personale non delegabile, conquistata con un percorso ricco di motivazioni e con il desiderio di ridare vita e passione ai valori propri e più intimi dello sport come il rispetto di sé e degli altri, della lealtà, dell'accettazione della
sconfitta, della sana competitività e della fiducia reciproca.