Sport e salute - Uso e abuso di farmaci - Cosa fare?

Cosa fare?

 

Affaticamento

Nel caso di una sindrome di affaticamento è inutile sottoporre l'atleta all'impiego di prodotti "ricostituenti" o, peggio, a farmaci ad effetto anti-depressivo. La stanchezza riferita dal soggetto, dovuta quasi sempre ad un super-lavoro, è prevalentemente di origine muscolare. Tentare di risolvere il problema dal punto di vista psicologico serve a poco, la stanchezza e l'affaticamento muscolare restano invariate. La terapia per una sindrome da affaticamento può essere costituita da: adeguato riposo, una dieta equilibrata ed un adattamento dei carichi di lavoro muscolare con programmi di ripresa graduale del pieno regime di allenamento.

 

Infortunio

In seguito ad un infortunio è bene rispettare sempre i tempi fisiologici di recupero, far giocare un atleta dopo averlo "riempito" di farmaci per il controllo del dolore serve solo a peggiorare la situazione.

 

Caffeina

Assumere bevande ad elevato contenuto di caffeina (energy drinks) prima di una partita non aiuta migliorare la prestazione, forse la caffeina induce una sensazione di maggiore concentrazione e predisposizione all'impegno, ma spesso i suoi effetti si manifestano anche con un aumento della frequenza cardiaca. Chi è ben allenato ha un cuore più pronto all'impegno fisico, riesce spesso a mantenere una frequenza cardiaca minima a riposo che gli consente di stancarsi molto meno di un soggetto non allenato. Assumere caffeina induce un aumento della frequenza cardiaca e ciò annulla gli effetti benefici dell'allenamento.

 

Integratore sconosciuto

Qualora venga consigliata l'assunzione di un particolare prodotto per l'integrazione dell'alimentazione, per il recupero dopo l'impegno fisico o come "aiuto" per la performance, è bene evitarne l'assunzione prima di aver chiesto un parere ad un esperto. A volte un integratore può risultare inutile o un prodotto non ben identificabile può risultare dannoso per la salute se consigliato da personale inesperto.

 

Necessità di assumere un farmaco citato nella lista delle sostanze vietate

Per gli atleti per cui è accertata e documentata la diagnosi di una particolare patologia è possibile richiedere la cosiddetta "esenzione ai fini terapeutici" (therapeutic use exemption). Tale esenzione permette l'impiego, per l'atleta, di farmaci necessari per la cura di una determinata malattia anche se questi rientrano nella lista delle sostanze dopanti. Il medico sociale e l'atleta dovranno raccogliere la documentazione opportuna (referti di visite specialistiche relative al problema, certificato di idoneità alla pratica sportiva agonistica) ed inviarli al Coni in allegato al modulo specifico per la richiesta di esenzione (disponibile sul sito internet del Coni stesso). La pratica verrà esaminata ed accolta o respinta da un opportuno comitato per le esenzioni ai fini terapeutici (Ceft).

 

Farmaco dopante assunto per errore

Se per errore si assume, a scopo terapeutico, un farmaco presente nella lista delle sostanze dopanti è bene evitare di praticare l'attività agonistica, la dichiarazione ufficiale di assunzione di un farmaco vietato deve essere inoltrata e documentata prima che l'assunzione stessa venga praticata e, in caso di emergenza, è indispensabile comunque giustificarne i criteri. In relazione alla sostanza assunta il medico sociale deciderà se e quando l'atleta potrà riprendere l'attività sostituendo il farmaco impiegato con altra molecola, il cui uso sia consentito per gli atleti, adeguata alla terapia della condizione patologica in atto. In ogni caso è bene che l'atleta dichiari sempre e comunque, in tempo utile, al medico sociale l'intenzione di assumere un prodotto farmaceutico o simile.

 

Proposta di utilizzare farmaci o sostanze dopanti

Qualora si dovessero ricevere consigli "dopanti" è bene ricordare che il doping nel nostro Paese è un reato oltre che un illecito sportivo, per cui come pratica sleale costituisce anche un atto illegale. Pertanto sarebbe buona norma avvertire le Autorità sportive e/o giudiziarie in merito a qualsiasi intento da parte di terzi di diffondere o promuovere l'impiego di farmaci dichiaratamente dopanti con l'obiettivo di migliorare la performance atletica.

 

Consiglio o prescrizione medica da parte di personale non medico

Seguire qualsiasi prescrizione farmacologica proposta da personale non sanitario può risultare estremamente pericoloso. La proposta di assunzione di qualsiasi farmaco non può prescindere da un'attenta valutazione medica delle condizioni del soggetto, tanto più se egli è dedito all'attività sportiva. L'osservazione o l'esperienza personale dell'efficacia di un determinato farmaco non è assolutamente sufficiente a giustificarne la prescrizione ad altri solo perché "so che con chiunque ha funzionato bene". Fenomeni di ipersensibilità (allergia o intolleranze), patologie (cardiopatie, problemi al fegato o ai reni) non note o particolari situazioni dell'organismo (gravidanza, immunodeficienza, etc.) possono determinare una risposta individuale al farmaco assolutamente imprevedibile. Pertanto è bene che ogni medicinale venga prescritto dallo specialista e non consigliato per esperienza personale. E' bene inoltre ricordare che la distribuzione della maggior parte dei farmaci è possibile solo su presentazione di ricetta medica e la vendita di farmaci attraverso altre vie di distribuzione (internet, posta, etc.) è un atto illegale.

 

Consiglio di sottoporsi a flebo endovenosa di liquidi o integratori in fiale per migliorare l'idratazione o per sostenere la funzione del fegato e dei reni prima o dopo la pratica sportiva

In condizioni di buona salute, se non sussistono i canoni di emergenza sanitaria, ogni individuo può idratarsi ed assumere prodotti di cui abbia realmente bisogno secondo modalità naturali e fisiologiche. La pratica di infusioni endovenose di liquidi è da riservare a soggetti in gravi condizioni di salute impossibilitati a bere, nutrirsi o assumere farmaci in modo adeguato. La pratica della flebo endovenosa, se non giustificata da condizioni particolari di salute, è attualmente considerata un metodo vietato nello sport agonistico.

 

Impiego di cannabinoidi nello sport

L'utilizzo di cannabinoidi nello sport dovrebbe essere evitato, qualsiasi proposta di assunzione di cannabinoidi dovrebbe essere disattesa ed evitata dall'atleta per vari motivi.
I cannabinoidi costituiscono il principio attivo dell'uso di derivati della cannabis. Il Thc (tetraidrocannabinolo) è il principale tra i cannabinoidi ed è quello con effetto più pronunciato. I derivati della cannabis rientrano nella categoria delle sostanze stupefacenti psicoattive pertanto il loro impiego è sanzionabile secondo le leggi dello stato italiano; nello sport i cannabinoidi sono vietati a livello internazionale, in competizione, come sostanza dopante. L'uso di cannabinidi nello sport, da molti ritenuto erroneamente migliorativo della prestazione, può avere invece effetti dannosi proprio sulla stessa performance atletica. La scarsa capacità di mantenere un adeguato livello di attenzione, la perdita della coordinazione spazio-temporale e la difficoltà a seguire gli schemi di gioco rendono l'utilizzatore di cannabis un pessimo sportivo soprattutto negli sport di squadra. L'uso di cannabinoidi può essere rilevato nelle urine del consumatore abituale fino a 18-20 giorni dopo l'ultima assunzione.

 

Bevande nello sport

La migliore idratazione prima durante e dopo lo sport deve essere a base di acqua. Non vi è integratore o bevanda migliore dell'acqua naturale ai fini della perfetta idratazione dell'atleta. In caso di caldo eccessivo o sudorazione profusa è possibile bere un succo di agrumi preparato in casa, diluito in un litro d'acqua con aggiunta di zucchero ed un po' di sale al fine di supportare le perdite di sali minerali.

 

Vertigini e stanchezza improvvisa

Può capitare di avvertire un'improvvisa sensazione di stanchezza o vertigini nel corso della pratica sportiva. E' bene interrompere, in questo caso, ogni attività, sdraiarsi, chiedere il supporto e l'aiuto di un compagno, avere con sé una bustina od una zolletta di zucchero, assumerla e provare a riprendersi riposando. Una tale sensazione è spesso causata da una impellente necessità di recupero dell'organismo che risente dello sforzo eccessivo o dello stress manifestandosi con un calo brusco della pressione arteriosa ed aumentato fabbisogno di zuccheri. Se i sintomi dovessero persistere è comunque bene consultare il parere di un medico e chiedere una misurazione dei valori di pressione arteriosa (recandosi, accompagnati, presso qualsiasi farmacia).